Ha proprio ragione Giambattista Vico quando nei primi anni del Settecento ipotizzava l'andamento della storia dell'umanità come una successione di corsi e ricorsi. Infatti, guardando il caos in cui è piombata la Serie B e alcuni dei protagonisti principali dell'intera vicenda, non può non tornare alla mente quello che accadde di questi tempi 15 anni fa, un altro caos con protagonista il campionato cadetto. Estate 2003, il campionato di Serie B si è da poco concluso e ha emesso i propri verdetti. Le retrocesse in C sono Catania, Genoa, Cosenza e Salernitana. Ma la società etnea di patron Luciano Gaucci ricorre alla Disciplinare perché in Catania-Siena 1-1, i toscani avevano fatto scendere in campo Martinelli, calciatore squalificato. Questa gli dà torto, ma la CAF, Commissione d'Appello Federale, invece no. Vittoria a tavolino al Catania e con i due punti in più in classifica, per stabilire la quarta retrocessa occorrerebbe uno spareggio tra Napoli e Venezia. Ma a questo punto sono i lagunari a ricorrere, in quanto nello scontro diretto con il Catania, gli etnei avrebbero schierato un altro squalificato, Vito Grieco. La CAF dà ragione al Venezia, il Catania torna in C1 ma ricorre al TAR. Quest'ultimo riammette i siciliani in B. Ma a questo punto anche Genoa e Salernitana chiedono ausilio alla giustizia ordinaria, basandosi sul principio che "o vi sono quattro retrocessioni come vogliono le regole oppure non vi sono retrocessioni" (il Cosenza invece è fallito e per questo motivo non si fa sentire). Il TAR dà ragione a granata e rossoblu. I calendari stilati per una B a 20 squadre vengono stracciati, si crea uno scompiglio totale. Alla fine, interviene ex abrupto la FIGC di Franco Carraro che decide per una Serie B a 24 squadre e con la Fiorentina di Diego Della Valle ripescata "per meriti sportivi" al posto del Cosenza in cadetteria, con i Viola che saltano con un solo balzo il campionato di C1. Diverse società cadette protestano. Tra i più attivi oppositori di tale riforma vi è il Cagliari di Massimo Cellino. Per "sciopero" saltano i primi due turni di campionati, ma alla fine l'11 settembre 2003 finalmente si parte. Ora invece si è in pieno scontro istituzionale. Da una parte la Lega B che autonomamente decide di bloccare i ripescaggi e che domani stilerà i calendari a Milano con 19 formazioni, dall'altra la FIGC che sta cercando di far valere con forza il proprio ruolo di governatrice del calcio italiano e di unica autorizzata a cambiare eventualmente il format dei campionati e che quindi vuole cercare di imporre tre ripescaggi in cadetteria. Ma anche qui, sul nome delle tre "fortunate" vi è un tutto contro tutti. Novara e Catania, che sarebbero al primo e al secondo posto di una graduatoria che ancora deve essere stilata, precisiamo, hanno vinto in tutti i gradi di giudizio FIGC il ricorso contro la norma che vorrebbe una squadra condannata per un qualsiasi illecito per 5 anni esclusa da ogni possibile ripescaggio. Ma venerdì 11 agosto, in tarda serata, il Collegio di Garanzia del CONI ha accolto il ricorso di Ternana, Robur Siena e Pro Vercelli contro tale decisione, imponendo alla FIGC di discutere il tutto il 7 settembre prossimo. Sempre lo stesso Collegio ha invitato la Federcalcio a rivedere la sentenza su Frosinone-Palermo, la finale playoff nei quali i ciociari persero palesemente tempo gettando più palloni in campo, riaccendendo una piccola fiammella di speranza per i siciliani. E teniamo anche conto che il ChievoVerona deve ancora essere giudicato per la vicenda delle plus valenze fittizie. Insomma, un autentico caleidoscopio di incertezze. Con alcuni protagonisti identici a 15 anni fa. Perché, ad esempio, tra i presidenti più tenaci della Lega B a opporsi al ripescaggio vi è proprio lui, Massimo Cellino, questa volta numero uno del Brescia. Insomma, Vico ha proprio ragione. Vediamo se anche questa volta, dopo accese discussioni, sarà il pallone a tornare protagonista.