Una società che fallisce, una nuova che riparte dalla Serie D ma che momentaneamente non può utilizzare marchio, colore e denominazione del vecchio sodalizio in quanto patrimonio della curatela fallimentare. Una situazione che i tifosi della Salernitana conoscono purtroppo molto bene, in quanto vissuta due volte in tempi recenti, rispettivamente nel 2005 e nel 2011. E in entrambi i casi, le società che sono sorte dalle ceneri delle precedenti, la Salernitana Calcio di Lombardi e il Salerno Calcio di Lotito e Mezzaroma, per motivi di natura giurisprudenziale non hanno potuto usufruire immediatamente del marchio del Cavalluccio, ricorrendo a loghi "alternativi": la cosiddetta "palla di pezza" nel primo caso e il Gonfalone del Comune con S. Matteo nel secondo. Una situazione che ora stanno vivendo i tifosi del Cesena. Fallita la società con a capo Lugaresi, i romagnoli ripartiranno dalla Serie D, con una nuova denominazione, quella di "Cesena Football Club" e un nuovo patron, Corrado Augusto Patrignani. Ma senza, almeno per il momento, quel Cavalluccio Marino che, oltre a essere lo storico simbolo della Salernitana, da sempre adorna le maglie bianconere (sebbene bisogna precisare che mentre l'Ippocampo granata guarda a destra, quello dei romagnoli ha la testa rivolta verso sinistra). Patrignani allora ha voluto rendere i propri tifosi "protagonisti" della scelta del simbolo "sostitutivo". Tre opzioni, tre scudi che differiscono tra di loro per la distribuzione delle strisce verticali bianconere e della posizione della scritta "Cesena Football Club". I sostenitori romagnoli da ieri e fino a sabato potranno votare sul portale calciocesena.com l'opzione che preferiscono. Ma, a prescindere dalla loro scelta, tutti si augurano che l'Ippocampo possa presto tornare sulle casacche bianconere. A Salerno, l'attesa fu di quattro anni dopo il primo fallimento e di uno dopo il secondo. Ai tifosi romagnoli l'augurio di non attendere molto tempo prima di rivedere il Cavalluccio campeggiare sulle maglie del Cesena.