Torna su SalernoGranata.it la rubrica "Salernitana, le avversarie dimenticate" che, nell'anno calcistico che porterà al Centenario della Bersagliera, vuole focalizzare l'attenzione su tutte quelle compagini affrontate dai granata nel passato e che al giorno d'oggi sono o scomparse oppure vivacchiano in categorie minori. Come ad esempio la FEDIT Roma. Italia, anno 1949. Il Paese si sta pian piano rialzando dagli enormi danni che ha lasciato la Seconda Guerra Mondiale e diversi elementi cercano di rilanciare l'economia nazionale. Tra questi figura Pietro Neri, trentenne imprenditore della provincia di Viterbo, che costruisce a Capranica, alto Lazio, uno stabilimento per la produzione di una bevanda derivante dalla pianta del chinotto. La sua somiglianza (almeno dal punto di vista del colore) con celebri bibite statunitensi che sono arrivate in Italia assieme ai soldati durante il conflitto mondiale, la rendono automaticamente una sorta di risposta italica. In breve, il Chinotto Neri si diffonde su scala nazionale ed è prodotto ancora oggi, divenendo una sorta di simbolo della Campania dato che l'industria ha sede a Caserta e stabilimento a Buccino, in provincia di Salerno. La fama del Chinotto Neri crebbe negli anni Cinquanta, in quanto l'azienda diede il proprio nome alla Casilina, la squadra romana del quartiere di Torpignattara. In pratica, la ditta fece la stessa operazione che la Lanerossi avrebbe compiuto col Vicenza tre anni dopo. L'abbinamento avvenne nel 1950 e la Casilina divenne "Società Sportiva Chinotto Neri" con campo di gioco quello del Motovelodromo Appio. La società gialloverde viene subito promossa in Serie C, poi retrocesse per poi essere ripromossa in C nel 1957. In quell'anno, però la Neri lasciò la proprietà della società alla Federconsorzi, che diede vita alla FEDIT Roma. La nuova compagine, in casacca rossoverde, ereditò dalla Chinotto Neri il campo del Motovelodromo Appio e allenata da Walter Crociani, affrontò i campionati di terza serie 1957/1958 e 1958/1959. Nel primo anno, i capitolini si piazzarono al decimo posto mentre al secondo sfiorarono una clamorosa promozione in B, arrivando al terzo posto a -8 dalla capolista e promossa Catanzaro. Al termine di quel torneo, la Federconsorzi abbandonò il calcio e la società si trasformò in Tevere Roma. La FEDIT ha affrontato la Salernitana in quattro occasioni, con un bilancio di 3 sconfitte e 1 sola vittoria. Nel torneo di C 1957/1958, i granata  persero per 2-1 in casa il 29 settembre 1957, con Balestri e Magnavacca che replicarono all'iniziale vantaggio della Salernitana siglato da Del Gaudio. E, purtroppo, concessero il bis il 9 febbraio 1958, quando al Motovelodromo Appio la FEDIT si impose 2-0 con gol del solito Magnavacca e di Basso. Nella stagione successiva, che i granata  quel campionato all'ultimo posto ma non furono retrocessi considerato il già previsto allargamento del torneo, la Salernitana ottenne contro i capitolini la loro unica vittoria. Accadde il 28 dicembre 1958 e la Bersagliera si impose 1-0 con gol di Pastore. La FEDIT si prese però la rivincita con tutti gli interessi al ritorno il 10 maggio 1959, battendo la Salernitana con un rotondo 5-2. Per i rossoverdi tripletta di Gaeta e doppietta di Taddei, mentre la sconfitta per i granata fu resa meno amara dai gol di Marano e Barone su rigore.