La questione allenatore in casa Salernitana continua a tenere banco. Non solo per il prossimo tecnico che siederà sulla scottante panchina granata ma soprattutto per le tempistiche e il modo con cui Gian Piero Ventura ha lasciato il Cavalluccio. E proprio l'ormai ex allenatore della Bersagliera ha spiegato i motivi dell'addio ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Su questa storia ci sono alcune cose che vorrei chiarire. Non è vero che mi sono dimesso: non ho rinnovato il contratto, come mi era stato chiesto più volte durante la stagione. Ne ho parlato con il ds Fabiani in modo cordiale, come sempre. Il video di Lotito non c’entra niente, e questa è la seconda cosa da spiegare per evitare equivoci. Capisco la tensione, la rabbia per il risultato. Ma il rapporto con lui non cambia, ci conosciamo da anni: continuo a volergli bene. E spero sia così anche per lui. Maistro?Stavo per farlo, aspettavo che il pallone uscisse dal campo. Poi il giocatore ha fatto fallo ed è stato espulso per doppia ammonizione”.

Sul lavoro svolto e la continuità: "Sono soddisfatto, la società mi aveva chiesto di ricostruire. Io credo di aver gettato il seme perché questa squadra possa tornare competitiva, facendo capire cos’è la cultura del lavoro e ritagliandoci un posto importante nel campionato. Certo, fa rabbia restare in zona promozione per 4 mesi di fila e poi sciupare tutto proprio nell’ultima giornata. È mancata in alcuni momenti la continuità di rendimento, abbiamo buttato via punti in modo incredibile: penso all’1-1 col Pisa, al 3-3 con la Cremonese, all’assurda sconfitta con l’Ascoli. Abbiamo subito troppi gol in modo ingenuo, ma le responsabilità sono collettive, come spesso accade, inutile parlare di episodi".

Sulla valorizzazione dei calciatori e il rapporto con la piazza: "Vogliamo parlare proprio di Maistro che veniva dalla C e gioca nell’Under 21? O di Lombardi che si è rilanciato dopo anni difficili e ora viene cercato dai club di Serie A? O di Djuric arrivato in doppia cifra? O degli altri giocatori in orbita Lazio che sono cresciuti, come Karo, Cicerelli, Kiyine? Salerno è una piazza molto esigente e ambiziosa, capace di portare 20 mila persone allo stadio. Merita di arrivare in alto”.

Chiosa sul futuro: “Adesso sono pronto a ripartire, ho sempre il sacro fuoco di lavorare. La libidine non manca. L’età non conta".