PESCARA (4-3-3): Fiorillo; Balzano, Scognamiglio, Campagnaro, Del Grosso; Bruno, Brugman, Memushaj; Marras, Mancuso, Sottil. All. Bepi Pillon SALERNITANA (4-2-3-1): Micai; Casasola, Migliorini, Mantovani, Lopez; Odjer, Di Tacchio; D.Anderson, A.Anderson, Jallow; Djuric.  All. Leonardo Menichini All'ultimo respiro... 90' minuti di un campionato mediocre, sterile, avaro di soddisfazioni seppur caduto nell'anno più importante, quello del centenario. Una continua lotta contro i mulini al vento nell'era tecnica di Gregucci che ha prodotto più danni di un maremoto. L'ultima partita per riparare gli effetti di una serie di errori reiterati con maggior veemenza e senza alcun freno rispetto ai tre precedenti campionati in B dell'era Lotito. Di fronte ai granata allenati da Menichini al suo terzo mandato sulla panchina granata, una squadra, il Pescara, che da cinque partite non riesce a conquistare tre punti in casa. Menichini per l'occasione vara il 4-2-3-1 per dare un segnale di svolta mentale ad una squadra dall'encefalogramma piatto. Squadra schierata sul rettangolo verde come una fisarmonica: compatta in difesa e pronta ad allungarsi con pericolosità ed imprevedibilità in attacco: già, perchè al di là delle storture delle precedenti gare, tutto ancora dipende dalla testa coordinata ai piedi di calciatori chiamati alla migliore performance della stagione in una gara che vale come una finale. A sospirare e sostenere Djuric e company ci saranno oltre 800 tifosi granata per riformulare quell'alchimia tra squadra e tifosi degenerata in elemento pressorio negativo dai protagonisti indecorosi di un campionato da ricordare ma solo per le omissioni colpose da non dover più ripetere... PESCARA (4-3-3): Fiorillo; Balzano, Scognamiglio, Campagnaro, Del Grosso; Bruno, Brugman, Memushaj; Marras, Mancuso, Sottil. All. Bepi Pillon SALERNITANA (4-2-3-1): Micai; Casasola, Migliorini, Mantovani, Lopez; Odjer, Di Tacchio; D.Anderson, A.Anderson, Jallow; Djuric.  All. Leonardo Menichini