Diciamolo, leggendo la formazione iniziale con cui la  Salernitana sarebbe scesa in campo contro il Padova, qualche interrogativo sulle scelte adottate da Colantuono è sorto. L'inserimento di Casasola a sinistra nell'inedita posizione di quinto di sinistra, l'esclusione dall'undici di Di Gennaro, fiore all'occhiello della campagna acquisti estiva, in favore di Di Tacchio, senza dimenticare, infine, la conferma del tanto discusso 3-5-2, ha fatto sorgere diversi interrogativi ben presto, però, spazzati da una prestazione concreta, a tratti convincente, sia dal punto di vista di tecnico che mentale da parte di Djuric e compagni. Attenta in difesa, la compagine granata ha mostrato netti miglioramenti sul piano della fluidità della manovra con un Akpà autentico elastico tra difesa e attacco e con gli esterni che, seppur a tratti, hanno  maggiormente supportato la fase offensiva. Il trainer di Anzio l'ha studiata bene, inserendo Casasola a protezione di Gigliotti per bloccare Clemenza,  la fonte di gioco patavina. Scelta saggia che alla lunga si è rivelata vincente. La giovane promessa del vivaio juventino è apparso avulso dal gioco ed incapace di innescare la punta Bonazzoli. Gol a parte, prezioso l'apporto in fase di interdizione di Di Tacchio. L'ex Avellino si è rivelato un ottimo schermo dinanzi dalla difesa oltre a risultare molto utile sulle cosiddette seconde palle. Con le squadre allungate poi, il cambio Boca-Jallow è stato  determinante, testimonianza diretta di un allenatore capace di leggere le partite in corso d'opera, e di cambiarne spartito tattico se necessario. Ora la prova del nove, in casa della corazzata Benevento. Ma dopo il successo di ieri questa Salernitana non deve averne paura. A cura di Armando Iannece