Un’altra occasione persa. Un’altra serata di delusione per i tifosi granata, che hanno assistito a uno scialbo 0-0 tra Salernitana e Brescia. Un risultato che non smuove la classifica e che, soprattutto, evidenzia ancora una volta i limiti strutturali, tecnici e caratteriali di una squadra che sembra aver smarrito la sua identità e la sua anima.

Un’apatia che preoccupa

La cosa più preoccupante vista in campo non è stata solo l’assenza di gol, ma l’atteggiamento con cui la Salernitana ha affrontato la gara. I calciatori, pur mostrando a tratti impegno e buona volontà, sono sembrati molli, privi di quella cattiveria agonistica necessaria per chi lotta per la salvezza. Nessun giocatore ha giocato con il coltello tra i denti, nessuno ha dato l’impressione di considerare questa partita come una finale. Un dettaglio non da poco, perché quando si annaspa nelle sabbie mobili della zona retrocessione, ogni pallone deve essere una battaglia e ogni minuto giocato deve essere onorato con sudore e sacrificio.

La Salernitana ha cercato, invano, di impostare il gioco. Ma lo ha fatto in maniera confusa, senza idee chiare e con una fragilità mentale che ha permesso al Brescia di uscire indenne dall’Arechi senza troppi sforzi. Questi aspetti non possono più essere ignorati da Colantuono, chiamato a trasmettere un’urgenza e una grinta che finora non si sono viste.

Il pericolo della Serie C

Se questo atteggiamento non cambia, la Serie C diventerà presto una realtà inevitabile. Sarebbe una mortificazione calcistica enorme per una piazza come Salerno, che merita molto di più di un destino anonimo nei campi polverosi della terza serie. Ma sarebbe anche un disastro finanziario per la società granata, che vedrebbe sfumare investimenti e progetti futuri.

Eppure, sembra che solo i tifosi vedano questo pericolo imminente. Sugli spalti si percepisce frustrazione, ma anche un amore incondizionato che merita rispetto. I giocatori sembrano invece già rassegnati, come se la retrocessione fosse già scritta, come se non valesse più la pena lottare.

Responsabilità condivise

Non ci sono alibi per nessuno. Né per i calciatori, né per Colantuono, né per il direttore sportivo Petrachi, che ha commesso errori evidenti nella gestione del mercato. È troppo facile nascondersi dietro il budget limitato. Realtà come la Juve Stabia, con risorse anche più modeste, hanno dimostrato che con competenza e coraggio si possono costruire squadre con un’anima, capaci di lottare su ogni pallone e di vendere cara la pelle contro chiunque.

È ora di guardarsi allo specchio e ammettere i propri errori. La Serie B è una categoria troppo importante per Salerno, sia per la sua storia calcistica che per il suo valore sociale ed economico. Serve una scossa immediata, un cambio di passo netto, perché il tempo per i discorsi è finito.

Un messaggio chiaro a Iervolino

Infine, un messaggio chiaro al presidente Iervolino: se non c’è più la volontà o la capacità di riportare questa squadra sulla retta via, allora è giunto il momento di farsi da parte. Salerno merita una proprietà ambiziosa, pronta a investire non solo denaro, ma anche passione e visione per il futuro.

Il pareggio contro il Brescia non è solo un punto inutile in classifica, ma anche un segnale d’allarme che non può più essere ignorato. La Salernitana deve svegliarsi, e deve farlo ora, prima che sia troppo tardi. I tifosi hanno già dimostrato la loro fede, adesso tocca alla squadra e alla società rispondere con i fatti. Basta alibi, basta giustificazioni. Salerno merita rispetto e dignità calcistica.