La Salernitana si avvicina pericolosamente al baratro della Lega Pro, e lo fa tra rimpianti e prestazioni al di sotto delle aspettative. La sconfitta contro il Palermo per 1-2 all’Arechi, seppur dolorosa, non rappresenta il vero problema: i rosanero sono una squadra solida, rinforzata dal mercato invernale e pienamente in corsa per i playoff. Il vero dramma granata si è consumato nelle partite precedenti, dove la squadra avrebbe dovuto costruire la propria salvezza — e invece ha gettato al vento occasioni cruciali.

La disfatta di Cesena, in particolare, è emblematica: dopo un primo tempo ben giocato, in cui i granata hanno avuto la possibilità di passare in vantaggio con un rigore calciato da Cerri e clamorosamente sbagliato al minuto  83 la squadra è crollata mentalmente subendo un secco 2-0 nei minuti finali. A seguire, il pareggio interno con il Frosinone per 1-1 ha lasciato l’amaro in bocca, mentre il pari a reti bianche contro il Bari ha confermato l’incapacità della squadra di incidere nei momenti che contano.

Ma a completare il quadro è il crollo esterno contro la Carrarese, dove la Salernitana, in una sfida da vincere a tutti i costi, è uscita battuta per 3-2. Un risultato che brucia, e che si somma a un trend negativo che ha visto i granata raccogliere appena due punti su nove nelle ultime tre gare, laddove ne servivano almeno sette per restare agganciati al treno salvezza.

Adesso arriva il derby di fuoco contro la Juve Stabia, una partita mai banale, che si giocherà in un clima incandescente. Le Vespe non hanno dimenticato la finale del 1994, vinta dai granata con un netto 3-0 e che sancì la promozione in Serie B della Salernitana. Sarà una battaglia sportiva e psicologica, con gli avversari pronti a vendicarsi e i tifosi stabiesi che vivranno la gara come una rivalsa attesa da anni.

E la sensazione è che questa Salernitana, così com’è, faccia fatica a tenere il campo e a imporsi. I limiti tecnici, mentali e caratteriali sono ormai evidenti. La squadra manca di personalità e di spirito combattivo, e non riesce più a reagire nei momenti di difficoltà. In questo contesto, la conferma di Roberto Breda sulla panchina rischia di rappresentare l’ennesima scelta sbagliata da parte della società.

Il presidente Danilo Iervolino, già criticato per alcune decisioni discutibili nella scorsa stagione, sembra oggi ripetere gli stessi errori. La gestione appare incerta, confusa, priva di una direzione chiara. E come recita un noto adagio, sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. Ora serve una scossa forte e immediata. Non tutto è perduto, ma il tempo stringe. La Salernitana ha bisogno di una svolta, dentro e fuori dal campo, per evitare che questo campionato si trasformi in un incubo senza ritorno.