La Salernitana continua il suo momento difficile all'Arechi con una sconfitta per 0-2 contro il Bari, e le parole di Giovanni Martusciello, invece di offrire una reale presa di coscienza, sembrano diluire le responsabilità. Con soli 13 punti in 13 partite – frutto di sei sconfitte, quattro pareggi e tre vittorie – la classifica si fa sempre più pericolosa, ma il tecnico granata sembra rifugiarsi in analisi che, a molti, possono apparire insufficienti rispetto alla gravità della situazione.

"La squadra ha fatto quello che doveva fare," ha dichiarato Martusciello. "Ha commesso gli unici errori che non doveva commettere ed è stata penalizzata eccessivamente nel risultato." Queste parole suonano come un tentativo di difendere l'operato senza affrontare con la dovuta severità le mancanze evidenti di una squadra che fatica a concretizzare il proprio gioco. L'allenatore ha insistito sul fatto che "la prestazione c’è stata, alcuni episodi hanno spostato il risultato," ma quando gli episodi si ripetono a svantaggio della squadra, forse c’è qualcosa di più profondo da analizzare.

Martusciello ha poi proseguito: "La squadra ha messo dentro il giusto spirito, non abbiamo finalizzato nelle occasioni che – quando capitano agli avversari – ci fanno male." Ma il "giusto spirito" non basta quando i punti non arrivano, e l’assenza di concretezza in attacco continua a essere un problema irrisolto. Sul piano difensivo, la situazione è altrettanto preoccupante. "C’è da lavorare di più, bisogna fare le cose con maggiore determinazione e far passare un periodo che dura da troppo tempo," ha ammesso, riconoscendo la necessità di un cambio di marcia che, però, tarda ad arrivare.

I gol subiti dal Bari sono il simbolo di una squadra che fatica a reggere nei momenti chiave. "È stata prima una lettura sbagliata della fase difensiva, attaccando il rimbalzo con Ferrari e non Stojanovic," ha spiegato Martusciello. "Sul secondo gol, una punizione è stata gestita male, hanno chiuso un triangolo e sono andati al gol." Errori di posizionamento e distrazioni che si pagano caro e che evidenziano una mancanza di attenzione che dovrebbe far riflettere.

Il pubblico dell'Arechi non ha nascosto il proprio disappunto al cambio di Amatucci, un segnale che non può essere ignorato. Martusciello ha cercato di giustificarsi: "Amatucci questa settimana ha fatto due mezzi allenamenti, mi serviva un giocatore che potesse mantenere la fisicità per tutta la partita in un momento in cui giocavamo con due mediani." Ma i cambi non convincono e lasciano dubbi sulla gestione complessiva delle risorse a disposizione.

La questione Stojanovic è un altro punto dolente, sintomo di una fragilità interna al gruppo. "Stojanovic era molto deluso e molto arrabbiato per alcune parole che sono state dette. Ho provato a tranquillizzarlo, ma nemmeno i compagni ci sono riusciti. Non sta a me dire questa cosa, ma è successo." Dichiarazioni che mostrano un problema di controllo e gestione dello spogliatoio, che richiederebbe maggiore attenzione e coesione.

E mentre il tecnico si dice non preoccupato per la classifica, "si riparte lavorando sugli errori commessi. Ho visto anche cose interessanti. Non sono preoccupato per la classifica. Mi spiace per i tifosi, di cuore. Da mercoledì lavoreremo su quello che non è andato," il pubblico granata fatica a credere a promesse di miglioramento che si ripetono senza risultati tangibili.

Martusciello ha anche confermato il dialogo con la società, ma la sensazione è che il tempo stia per scadere: "Con Petrachi parlo tutti i giorni, dopo la partita no perché siamo entrambi molto caldi, preferiamo far abbassare un po’ l’adrenalina e discuterne a freddo." La speranza è che il confronto non resti solo teorico.

Infine, il punto sugli assenti, che non giustifica la mancanza di risultati: "Su Tongya non so i tempi, dipende anche da come reagisce il ragazzo. Per Maggiore c’è da valutare." Dichiarazioni che, per quanto sincere, non cambiano il quadro preoccupante della Salernitana, che ora guarda alla sfida con il Sassuolo come a un'ultima chiamata per invertire la rotta. Martusciello è chiamato a risposte immediate: la calma e le giustificazioni non bastano più.