Lasciato solo come i suoi predecessori. Gregucci galleggia nel mare magnum della mediocrità
Come prima, più di prima la barca va che è un piacere nel mare magnum delle fluttuazioni lotiniane. Due sconfitte consecutive con Perugia e Crotone possono anche bastare per tenere a debita distanza la linea maginot dei play-off, invero, al di là di quanto proferito ai quattro venti da co-patron Mezzaroma, mai stati il vero obiettivo di questa società. Ed allora, per l'ennesima volta, in sala stampa si è lasciato in pasto all'opinione pubblica il tecnico di turno che si arrampica sugli specchi, sostenendo di credere ancora nella possibilità di tirare fuori il coraggio dalla propria formazione: "sono pronto a raschiare il barile. Purtroppo la Salernitana manca di giocatori a disposizione seppur presenti in rosa. Voglio che i giocatori siano i primi ad andarsi a prendere i fischi ed a metterci più coraggio. Voglio perdere ma senza regalare goal agli avversari." Peccato che l'indisponibilità di alcuni giocatori, da tempo fuori i radar del campo, fosse cosa ben conosciuta al tecnico granata che invece di arrampicarsi sugli specchi, abbandonato dal diesse, avrebbe la chance di conservare alla piazza un buon ricordo per quanto fatto in passato, lasciando ai principali responsabili l'onere di assumersi, fino in fondo, le colpe per il quarto campionato scellerato consecutivo. D'altronde la missione impossibile di Gregucci è suffragata dal famoso detto di Don Abbondio, come il tecnico, apposto quale vaso di creta attorno ad una serie di vasi di ferro, perchè "il coraggio se uno non ce l'ha, non se lo può dare": meglio allora abbandonare, preservando l'interesse supremo della propria dignità personale...