Le maglie della Salernitana 2018/2019 stanno facendo inevitabilmente discutere la tifoseria granata. Non tanto per la seconda maglia, tradizionale bianca con i bordini granata, e per la terza, gialla con una "S" verticale granata che richiama sì la storia. Infatti, fino alla metà degli anni settanta, in caso di incompatibilità in una sfida tra due squadre che avevano gli stessi colori sociali, era la formazione di casa che, per dovere di ospitalità, modificava la propria tenuta di gioco. E la Salernitana soleva in quei casi scendere in campo con una maglia gialla a bordini rosso granata. Ad esempio, questa era la tenuta della formazione guidata da Gipo Viani quando, il 17 aprile 1947, ospitarono all'allora Comunale di Via Nizza il Grande Torino, perdendo per 4-1. Maglia che è poi stata riproposta come seconda tenuta tra il 1987 e il 1989. Per quanto riguarda la prima maglia, molti si aspettavano la tradizionale palata granata. Invece quella "S" verticale azzurra sta scatenando dibattiti. Non è comunque la prima volta che nello sport qualcosa che è tradizionalmente monocolore è stato "violato" con una banda di un altro colore. Pensiamo, giusto per fare un esempio, alla Nazionale Italiana della Formula 1, la Ferrari. Le monoposto di Maranello sono quasi sempre state tutte rosse, ma qualche volta il colore bianco è comparso in maniera decisa nella carenatura, soprattutto nel cofano motore. Una scelta esteticamente poco piacevole per i puristi del genere ma che è ricordata col sorriso quando è stata legata a vetture vincenti, come la 312T guidata da Lauda e Regazzoni nel 1975 (nella foto del pezzo) o quelle dei primi anni 2000 dell'era targata Micheal Schumacher (sebbene il bianco era dovuto più a esigenze di sponsor che per mera scelta) meno invece quando le auto bianco-rosse non erano performanti. Il caso della F93A del 1993 e della recente SF16-H del 2016, due macchine vestite di bianco ma decisamente per niente avvezze alla vittoria. Tornando al calcio, sempre per fare un esempio, i tifosi dell'Atalanta nell'estate del 2016 certo non rimasero soddisfatti della casacca per la stagione successiva, in quanto, come si evince nella foto successiva, presentava un "tutto nero" nella parte superiore che mal si confaceva con la tradizionale palata a strisce verticali neroazzurre.

Invece, questa maglia rimarrà sempre nella storia dell'Atalanta. Dato che è la maglia della stagione più importante nell'intera storia della società bergamasca in Serie A, quella dello storico quarto posto in campionato con 72 punti e il ritorno in Europa dopo 26 anni di attesa. Ragion per cui, si può discutere della bellezza o meno di una maglia. Ma le casacche restano nella storia se e solo se associate a compagini che entrano nella storia, vincendo. A prescindere dalla loro estetica.