Ritorna "Nella storia senza gloria", la rubrica dedicata a quelle "Salernitane" che hanno sfiorato il successo in campionato, lasciando comunque un segno nei cuori e nelle menti dei tifosi. Quest'oggi ci occupiamo della Salernitana 1961/1962. Dopo il tribolato torneo precedente, Pasquale Gagliardi pensa in grande. Il costruttore di Montesano sulla Marcellana conferma sulla panchina Silvio Di Gennaro e rinforza la rosa, puntando senza mezzi termini alla Serie B. Con la collaborazione del segretario factotum Mario Somma, arrivano in granata, tra i tanti,  il centrocampista offensivo barlettano Gambino dal Lecce, gli attaccanti Joan dal Cosenza e Visentin dalla Lazio, il difensore Vergazzola dalla Sampdoria e il centrocampista Marin dalla Reggina. La Salernitana, dopo il romitaggio estivo in quel di Sala Consilina, parte bene e dopo poche giornate già si capisce che il duello per la prima piazza che vale la Serie B è con il Foggia di mister Oronzo Pugliese. A fine girone d'andata, Satanelli Campioni d'inverno con 24 punti, granata inseguitori a 21. Prima della vigilia dello scontro diretto dello "Zaccheria", datato 11 marzo 1962, la graduatoria recita: Foggia 30, Salernitana 28. Lo stadio dauno è gremito in ogni ordine di posto e copiosa è la partecipazione dei tifosi salernitani. L'inizio però è da incubo per i granata, dato che al 13' il Foggia è avanti per 2-0 per effetto dei rigori - entrambi dubbi, soprattutto il secondo - segnati da Danova e Nocera. La Salernitana però non subisce il colpo ma reagisce, prendendo in mano le redini del gioco. Dopo aver lavorato ai fianchi i dauni, nella ripresa la formazione di Di Gennaro colpisce. Al 53' Gambino accorcia le distanze, vincendo, lui di Barletta, il suo derby personale. Tutti in casa Salernitana vogliono gettarsi in avanti, compreso capitan Scarnicci, di ruolo difensore. Di Gennaro glielo vorrebbe impedire, ma il capitano disobbedisce e al 60' riceve un pallone al limite dell'area di rigore e lo scaraventa in rete con un bolide di destro. Si è sul 2-2 e l'inerzia della gara è tutto a favore della Bersagliera. Si aspetta da un momento all'altro il gol del vantaggio granata ma, clamorosamente, la beffa arriva al 78'. Un calciatore del Foggia, in un disimpegno, rinvia verso l'area granata. La palla va a sbattere involontariamente sulla schiena di Scarnicci, dando origine a una parabola maligna, beffarda che termina alle spalle del portiere della Salernitana Di Tommaso. Il Foggia, non si sa neanche come, è avanti 3-2 e la Salernitana accusa questa volta la mazzata psicologica e cede la vittoria ai dauni. Perso lo scontro diretto, Pasquale Gagliardi prende una decisione che vista col senno del poi si rivela fatale in negativo. Il Presidente esonera Silvio Di Gennaro e affida la panchina a Vittorio Zsengeller. Però, incredibilmente, supportato dalla metà dei calciatori, il tecnico licenziato resta al suo posto. Nel senso che al "Vestuti" durante gli allenamenti si vivono scene surreali: metà calciatori agli ordini di Zsengeller e metà agli ordini di Di Gennaro, con la formazione che scende in campo la domenica decisa solo dopo un lungo processo di sintesi. Una situazione che ovviamente si ripercuote sulla Salernitana, che non riesce più a esprimersi come nella prima parte del campionato e perde la scia del Foggia, che viene promosso in B con 45 punti. La Salernitana chiude terza con 40 punti, scavalcata anche dal Lecce secondo a 42 punti.