Nell'ambito della rubrica "20 A...nni fa" di SalernoGranata, diamo voce anche a coloro che erano dall'altra parte della barricata. Quest'oggi, microfono a Silvano Pulga, giornalista di MondoSportivo espertissimo di calcio svedese e calcio svizzero, ma soprattutto tifosissimo del Milan (come si può evincere dalla foto, dove è in compagnia di qualcuno che con i rossoneri qualche gol l'ha fatto...). Ciao Silvano. Che ricordi hai di quelle partite tra Salernitana e Milan di 20 anni fa? "Ciao. Rispondo alla domanda con un unico pensiero, che va oltre la partita dell'andata, e arriva al ritorno, che fu spettacolare. Quell'anno, infatti, le partite con la Salernitana furono entrambe combattutissime. Non ero a vedere l'andata all'Arechi, ma ero presente al ritorno a San Siro. 4 reti nei primi 25', un eurogol di Del Grosso, ritmi elevati, e una lunga collezione di pali e traverse per la squadra granata. Anche all'andata erano stati diversi i legni colpiti, e c'era stata un po' di fortuna per i rossoneri, in occasione del secondo gol". Riuscisti a intuire fin dalla gara dell'andata che quello poteva essere l'anno buono per lo Scudetto, che il Milan vinse in quella stagione? "Le speranze scudetto? Il Milan veniva da annate difficili, caratterizzate dai ritorni fallimentari di Sacchi e Capello. L'arrivo di Zaccheroni era guardato comunque con favore, così come quelli di alcuni elementi in rosa (Bierhoff e Leonardo), che fecero una grande stagione. Sorprendente fu il rendimento di Guglielminpietro (autore della prima rete nella sfida tra rossoneri e granata a San Siro). In ogni caso, a inizio stagione dominava la prudenza, e le 7 vittorie consecutive a fine campionato furono un grande exploit per quello che rimane l'unico campionato vinto in rimonta dal Milan". A distanza di 20 anni, come è cambiato il livello tecnico della Serie A? "Il livello tecnico? Beh, era un periodo nel quale le squadre italiane in Europa andavano abbastanza bene, con la Juventus finalista in Champions per due anni consecutivi nelle stagioni precedenti, anche se per vedere la Coppa dalle grandi orecchie nella bacheca di una squadra della Penisola si sarebbe dovuto aspettare il Milan di Ancelotti. Personalmente, credo che il livello del calcio italiano fosse più elevato all'epoca rispetto a ora, e che la qualità dei singoli fosse migliore. Ora, i grandi giocatori tendono, per migliorare, a espatriare verso l'Inghilterra o in qualche top club estero. L'unica squadra italiana con una vera dimensione europea è la Juventus". Ora parliamo di presente. Un tuo pensiero sul Milan attuale...e anche sulla Salernitana attuale. "Sono sincero: non ho ancora visto giocare il Milan dal vivo, in quanto gli impegni professionali mi portano negli stadi oltreconfine, e la televisione è una dimensione che mi appartiene poco. Mi dicono di una squadra con qualche problema in fase realizzativa, e con un gioco non ancora del tutto fluido, anche dietro. Sono dell'idea che Gattuso dovrebbe provare a mettere le due punte, magari provando la difesa a tre, avanzando i due esterni a centrocampo, con facoltà di arretrare a dare man forte alla difesa: un 3-5-2, con Çalhanoğlu leggermente avanzato a dare man forte alle due punte. Però, come ti dico, non li ho ancora visti giocare dal vivo. La Salernitana è partita bene, ed è stato bravo Mister Colantuono a tenere alta la concentrazione del gruppo, con tutto quello che è successo. La partita col Padova ha mostrato una squadra efficace davanti, che potrebbe regalare soddisfazioni ai tifosi". Quanto manca una piazza come Salerno alla Serie A? "Piazze come Salerno mancano alla Serie A, soprattutto perché permetterebbero ai tifosi della zona di poter vedere il grande calcio dal vivo, e non solo in televisione. Tra l'altro, sarebbero la dimostrazione che progetti seri, non necessariamente faraonici, possono dare dei risultati sportivi di primo livello".