Lotito e Mezzaroma sono stati chiari. Almeno  nelle intenzioni. “ Vogliamo portare la Salernitana in serie A”, si legge all’interno di una lunga nota pubblicata sul sito ufficiale. Una presa d’intenti a firma congiunta per testimoniare vicinanza all’ambiente, e soprattutto per rilanciare progetti ed ambizioni dopo l’attuale stagione vissuta in gran parte masticando l’amaro in bocca. Perché nell’anno del centenario ci si attendeva una svolta, magari non la promozione diretta in massima serie ma quantomeno l’illusione di poter competere tra le c.d “grandi” del torneo cadetto. Così non è ( attualmente) stato ritrovandosi la Salernitana nella pancia della classifica, e con l’obbligo di non perdere in casa contro il Venezia onde evitare pericolosi coinvolgimenti nella zona play out. Sia chiaro, solo chi non opera non sbaglia, ed il mea culpa dei due Patron va senza dubbio considerato in maniera positiva. Ma non esime dal porsi qualche domanda, due in particolare. La prima, la più ovvia:”quando vorreste portarla in serie A?”, tradotto, quando verrà costruita una squadra realmente competitiva per i primi tre posti, possibilmente non negli ultimi giorni di agosto, e con giocatori funzionali al sistema di gioco del mister? Ecco, non l’obbligo di dover vincere ma la possibilità di giocarsi tutte le chance ad armi pari con le avversarie più forti. Dopodiché, ci sarebbe un ulteriore domanda, forse più pungente:”..E perché a Gennaio scorso non si è dato corso a queste intenzioni intervenendo in maniera decisa sul mercato al fine di garantire a Gregucci quei calciatori necessari  in grado di fare la differenza?  Non ce ne vogliano i vari Memolla, Minala e Lopez, ma i rinforzi top sono altra cosa. Il dado ormai è tratto, d’altronde, ciò è ampiamente desumibile anche dalle parole dei Patron. Fare il meglio possibile, ergo chiudere subito questa stagione, celebrare come merita i cento anni della Bersagliera, dopodiché, costruire una squadra da vertice, si spera. Ancora una volta... Armando Iannece