Ieri, come tutti sanno, la gara tra Cosenza e Verona, valida per la 2/a giornata di Serie B 2018/2019, non si è disputata per la decisione dell'arbitro Piscopo della sezione di Imperia, il quale ha ritenuto non idoneo il terreno di gioco del "San Vito - Luigi Marulla". Una scelta quella del direttore di gara che è giunta al culmine di una settimana piena di incertezze sulla reale disputa del match a causa dei lavori sul campo di gioco dell'impianto cosentino che evidentemente non hanno portato gli effetti sperati e che potrebbero provocare una sconfitta per 3-0 a tavolino per i calabresi. Risolvere i problemi al terreno di gioco in tempo per la disputa di una partita. Una situazione che anche la Salernitana ha vissuto nel corso della sua quasi centenaria storia. Estate 1966, i granata sono stati appena promossi in Serie B ma proprio in quell'anno la Lega obbliga le società iscritte ai campionati di A e B di dotarsi di un terreno di gioco in erba naturale. Per la Salernitana, questa è una mazzata dato che il "Vestuti" ha ancora il campo in terra battuta e le casse della società già piangono (per una crisi che diventerà esplosiva dopo il campionato conclusosi con una mesta retrocessione). Quindi, ci deve pensare il Comune. E ai giardinieri municipali viene una semplice quanto geniale idea: prelevare l'erba naturale dai giardini del Lungomare cittadino e trapiantarla nell'impianto di Piazza Casalbore. Detto, fatto. Gli operai lavorano alacremente per tutta la seconda metà di agosto e il 4 settembre 1966 si può giocare la prima storica partita ufficiale casalinga della Salernitana su un terreno di erba naturale. Si tratta del primo turno di Coppa Italia che i granata vincono 1-0 sul Potenza grazie a un gol nei supplementari di Cavicchia. Una situazione che, a differenza di quanto accaduto ieri a Cosenza, si risolse in maniera positiva.