Turco ad Assist: "Castori all'altezza del compito". Replica La Padula: "Avrei puntato su altro, basta sulla leggenda dell'imprenditore del posto"
Tempo di bilanci e riflessioni sul futuro prossimo della Salernitana. Nel consueto appuntamento di Assist - Oltre il 90', a cura della nostra redazione e condotto da Giuseppe Pucciarelli, si è discusso delle tematiche che riguardano l'ambiente granata. Tra gli interventi anche quelli del tecnico Mariano Turco e del presidente del Club Amici della Salernitana Giovanni La Padula.
Sulla scelta di Castori -
Turco: "Voglio essere un cavallo fuori razza. Indipendentemente da quello che ci può essere dietro e che non voglio commentare, Castori è un signor allenatore per quello che è stato in grado di far vedere con le squadre allenate. Non è un principiante, non è un tecnico senza esperienza. È capace di dare un gioco alla squadra che poi bisognerà costruire, ha un'idea tattica che difficilmente la modifica in corso ed è molto bravo a leggere le mosse degli avversari. Bisogna fargli la squadra per poter competere a certi livelli. Non la reputo una scelta fatta giusto per farla né per andare contro la piazza. Ritengo che sia la scelta di un tecnico che può dire la sua in un contesto di Serie B sia a media che alta classifica. Negli ultimi anni è stato chiamato per portare alle salvezze ma l'ha fatto sempre con squadre matematicamente retrocesse. Ritengo possa essere un allenatore all'altezza del compito, servirà fargli il gruppo. Per la categoria vale tanti altri".
La Padula: "Non entro nel merito tecnico, non faccio l'allenatore. Il mio è un discorso ad ampio raggio. Se hai pubblicizzato per un anno intero il buon Ventura, ha messo questo seme per costruire un progetto e poi Ventura va via perché non viene rinnovato il contratto o perché decide di andare via, viene meno l'idea iniziale. Devi dare un segnale di continuità e, quindi, vai a prendere un allenatore di nome. Castori è un buon allenatore, ma non quello adatto da portare ora a Salerno per una serie di situazioni, ultima quella successa col Trapani. Avrei puntato su un allenatore che avrebbe portato avanti il percorso tracciato da Ventura. Prendendo Castori e mandando via 8/11 della squadra dello scorso anno, lanci un segnale molto forte e la tifoseria trae le conclusioni. È finito il tempo degli anelli al naso. Se non c'è la volontà, non c'è l'entusiasmo e non c'è la possibilità, allora va bene Castori. Dipende cosa si vuol fare da grandi, resto scettico".
Sull'aspetto comunicativo tra società e allenatore -
Turco: "Deve esserci una linea chiara che deve venire dalla dirigenza, qualunque essa sia. Sappiamo dell'allenatore, ma non conosciamo se ci saranno novità a livello dirigenziale. Qualche cambio di rotta in qualche figura. C'è un'imminenza di una preparazione atletica che dovrebbe andare ad iniziare non più tardi di una ventina di giorni, penso che la prima pedina scelta sia quella dell'allenatore. Il tecnico deve pretendere che ci siano le norme di linguaggio dello spogliatoio: cioè, la dirigenza deve dire chiaramente quali siano le aspettative e gli obiettivi. E l'allenatore deve riportarle in sala stampa. Bisogna curare l'aspetto comunicativo come lo fanno tutte le squadre di calcio, dalla terza categoria alla Serie A. E se le dichiarazioni non sono consone alle direttive della società, bisogna prendere dei provvedimenti e resi anche pubblici. Questo è quello che manca nelle società. La comunicazione deve essere importante e chiara".
Sul budget per il mercato e la possibilità di non competere, neo-promosse incluse -
La Padula: "Qualora dovessi partire dietro queste squadre, al quinto anno di B e con una proprietà che ha uno dei club più importanti in Serie A, non potrei accettarlo. Con una programmazione differente, sarebbero bastati pochi milioni di euro per rinforzare la squadra. Se non hai la forza per competere anche con le neo-promosse, Monza escluso, allora passa la mano. Ascoltiamo sempre le solite favolette della costruzione, mi sembrano i castelli di sabbia in spiaggi. Non ci prendiamo in giro, non credo più a queste favolette. Passare la mano a chi? Questo è un altro luogo comune, Salerno è una piazza ambita. Se fissi un prezzo congruo, ci sarebbe la fila per acquistare la Salernitana. Togliamo di mezzo questa leggenda metropolitana dell'imprenditore del posto perché in Italia, tra Serie A e Serie B, saranno 3 o 4, il resto sono proprietari che vengono da fuori. Una proprietà che aveva iniziato un percorso con un allenatore di grido, con un mercato di riparazione in cui bastava poco per il salto definitivo e lo stesso tecnico si è ritrovato con calciatori dal Rieti e giovani da valorizzare. Con un mercato diverso a gennaio, in questo campionato mediocre, cosa dovrei aspettarmi da un'annata futura in cui almeno 10 squadre investiranno più della Salernitana? Ed ecco perché abbiamo preso Castori".
Ancora su Castori e sui laziali da riconfermare -
Turco: "Voglio fare un inciso sul comportamento di un allenatore quando gioca fuori casa. Vorrei tanti tecnici come Castori, lasciamo stare cosa è successo con Avallone. Gli allenatori veri sono quelli che buttano il sangue quando perdono le partite, questo atteggiamento che condivido in parte. Castori non l'ha fatto contro Salerno ma difendeva le sorti del Trapani, sono comportamenti che vanno capiti. Chi sta in campo sa cosa significhi, probabilmente a Salerno ha perso quei punti che sarebbero serviti per la salvezza. Non punterei il dito su questa questione. A fattori inversi, avremmo voluto un mister così. Per quanto riguarda il discorso dei giocatori, ne abbiamo visti diversi targati Lazio. Bisogna vedere il mercato che ha la Lazio per Lombardi, penso non ci saranno difficoltà a trattenere Cicerelli che non è ancora pronto per una platea come quella della Serie A. Stesso discorso per Dziczek, dopo il Covid ha avuto un pizzico di regressione. Castori è un allenatore che ama la difesa a 3, bisognerà capire le sue linee. Kiyine? Gioie e dolori di questa stagione, è stato devastante in alcuni momenti e a tratti irritante".
Sulla situazione tifosi -
La Padula: "Quella di domenica davanti al Vestuti è stata una chiacchierata fatta da tifosi appartenenti ad alcuni club e tifosi comuni. Era una chiacchierata per esporre pensieri e riflessioni, per provare a tirare fuori un'idea. Una cosa sono le iniziative che prenderebbe la Curva che è composta dai gruppi portanti e tanti club che collaborano la domenica con un piccolo contributo. E una cosa sono i tifosi non appartenenti ai club che la domenica vanno a vedere la partita, ognuno di loro è padrone di decidere il da farsi. Nessuno può negare il malumore che regna per una serie di situazioni. La proprietà può restare anche cinquant'anni ma se disputi sempre campionati senza prospettive e gli investimenti sono quasi nulli, non si va avanti. L'incontro è servito per prendere una decisione di comune accordo, dobbiamo però fare il distinguo tra Curva e altri settori. Il messaggio è quello di comune accordo tra gli esponenti della tifoseria per rivendicare un programma ambizioso, in grado di fare un campionato dignitoso per questa piazza. Questo è quello che è stato detto. In queste settimane, probabilmente ci saranno altri incontri e iniziative. Nel mio club la linea è uguale per tutti".
Qualora si ripartisse dalla D con una squadra parallela -
Turco: "Faccio fatica a rispondere a questa domanda. Parlo da uomo di campo, del discorso societario m'interessa relativamente. C'è una proprietà che decide, i soldi sono loro. Come tifoso, posso decidere di andare o non andare allo stadio. Ognuno ha la sua idea. La squadra parallela è oltre il fantacalcio, non penso che Lotito e Mezzaroma siano disposti a lasciare il logo della Salernitana. Puntano su quello, la Salernitana fa comodo. Non sono riusciti a far quadrare le cose. Il calcio è il campo".
La Padula: "Sono d'accordo con Mariano sul campo come giudice supremo ma è l'epilogo di una situazione che viene costruita negli anni. Non vendere i migliori e mettere un innesto all'anno, competi per la Serie A. Ma se in A non ci puoi o vuoi andare, non vincerai mai".
Turco: "Delle due, l'una. Voglio uscire dal discorso campo. Questa è la società, questo è quello che ci stanno propinando. Aspettiamoci qualcosa da qualche altro imprenditore, se interviene qualcuno per dare una mano alla tifoseria. Il Pordenone, ad esempio, non ha pressione come piazza. Non siamo noi quelli che possono cambiare le cose".
La Padula: "Questa è una linea guida che è riuscita nell'impossibile: fare allontanare i tifosi dallo stadio. Corriamo il rischio di creare un vuoto di ricambio generazionale, non è il problema di andare in Serie A. Il campo è una conseguenza di una gestione che non ha nel cuore, nella mente e nella volontà di provare".
Cosa aspettarsi -
Turco: "Gradirei un'entrata del presidente con una conferenza stampa, in maniera chiara e lucida con gli obiettivi della Salernitana. Dimostrandolo, poi, sul campo. Incontrare la piazza, la stampa e la città".
La Padula: "Mi auguro di un intervento della proprietà, quali siano le intenzioni. Voglio vedere una società che ha cuore le sorti della Salernitana. Lancio una provocazione: non si accorgono che non ci sono più 10mila tifosi allo stadio? Sono tutti matti i tifosi della Salernitana? Voglio sentire una proprietà che dica che proverà a dare un campionato di vertice a questa piazza. Poi, se non ce la si farà a raggiungerla, almeno ci ha provato".