Diciamolo chiaramente e senza troppi giri di parole. Il tifo salernitano è il più influente in Serie B e si colloca tra i primi cinque a livello nazionale. Che siano 5mila o 20mila, i supporters della Bersagliera hanno il prezioso potere di ribaltare qualsiasi difficoltà. E di dimostrazioni in questi anni ne sono arrivate molte. Dal gremito fortino nello scontro al vertice con il Benevento che sancì - quasi anticipatamente - la promozione alle partite più recenti in serie cadetta, quando il Cavalluccio versava in condizioni complesse e discutibili. Sono solo alcuni esempi in una lista lunghissima che faremo fatica a raccontare.

Dal 20 giugno, però, si ritornerà in campo senza quella componente dal peso importante. L'assenza dei tifosi, invero, caratterizzerà le prossime settimane calcistiche e il rush finale di stagione. Un fattore interno che, dunque, sarà azzerato: disputare un match tra le mura amiche o in trasferta sarà totalmente diverso dal recente passato. E anche giocare in uno stadio Arechi deserto diventerà insolito per i padroni di casa e per gli ospiti. Il gruppo di Ventura non potrà affidarsi alla spinta e al calore dello zoccolo duro, quel dodicesimo uomo capace di invertire situazioni spiacevoli e difendere un risultato di vantaggio.

È lecito, quindi, dire che il Cavalluccio sarà il più penalizzato. Tuttavia, il torneo dovrà ripartire: l'unità d'intenti dello spogliatoio e la crescita avuta con il mister dovranno rivelarsi utili per il raggiungimento dell'obiettivo. Indubbiamente, la salvezza resta il traguardo da agguantare quanto prima. Il sogno playoff e il coraggio di cullare l'idea dovranno essere alimentate di giorno in giorno. L'augurio, qualora si arrivasse a un passo dalla storia, è quello di vedere l'impianto di via Allende pieno e con le giuste misure di sicurezza. Perché sarebbe un delitto guardare la Salernitana orfana della sua Curva Sud.