Mamadou Coulibaly si racconta
"Per giocare in serie A sono partito dal mio Senegal. Ero un clandestino alla ricerca di un sogno. Livorno ha rappresentato il mio inferno. Di notte congelavo e ogni momento poteva essere quello buono per morire. Dormivo in mezzo alla strada, dove capitava, mi coprivo come potevo, sentivo i brividi ovunque, tranne che nel cuore.
Mio papà telefonava, mi chiedeva se stessi riposando bene, io rispondevo sempre sì, in realtà il mio letto era una panchina, oppure un prato della città. Ogni tanto riuscivo a mangiare un pezzettino di pane, mi facevano l’elemosina e andava bene così, certi giorni mi rifugiavo dentro i supermercati per cercare qualcosa da mettere sotto i denti, a volte mi trattavano bene, altre no. Non trovavo lavoro, ero senza documenti, ho pensato di andare a vendere le cose.
Come li chiamate voi con disprezzo? Vu cumprà?
Ma non mi buttavo giù. Certo, passavo momenti terribili, ma con il sogno sempre vivo: volevo diventare un calciatore.Arrivato a Pescara ho trovato un campo sportivo, ho fatto due palleggi, ho dormito lì per tre giorni: scavalcavo il muro di nascosto ed entravo negli spogliatoi. La porta era aperta, non avrei mai scassinato la serratura, l’educazione mi è rimasta. Il mio primo, vero, salvatore si chiama Girolamo Bizzarri. Mi ha permesso di avere i documenti, e intanto giocavo a calcio. Mi ha trovato posto in una casa famiglia. C’era un letto. C’era da mangiare. C’era gente che mi voleva bene per davvero. C’era il tetto ma ogni tanto mi avvicinavo alla finestra e fissavo le stelle, per non dimenticarmi da dove ero venuto.
Col Pescara ho disputato due partite con la formazione Primavera, la terza è stata invece quella del mio esordio in A, con la prima squadra contro l’Atalanta.Poi la domenica successiva contro il Milan, l’allenatore Zdenek Zeman mi ha schierato fra i titolari. Ho giocato dal primo minuto contro un club famoso in tutto il mondo, sono diventato matto per la contentezza. Si deve credere ai sogni, Dio è dappertutto e ti può aiutare. Bisogna lottare, sapere dove si trova il tesoro e andarlo a cercare. La mappa è dentro ciascuno di noi, io l’ho scoperta e seguita.
Da brivido le parole del centrocampista della Salernitana Mamadou Coulibaly, l'ex Carpi, Trapani e Pescara si racconta a 360°. Con la Juventus, domenica pomeriggio, non è da escludere un suo impiego dall'inizio.