Danilo Iervolino al CdS: "Vado avanti solo se Salerno è con me"
Le parole del presidende della società granata
In una lunga intervista in esclusiva rilasciata dal presidente Danilo Iervolino al CdS, tende a spiegare l'anno calcistico e soprattutto parla di futuro del club dell'ippocampo.
Queste le sue parole;
"Non posso essere il sacerdote di una setta che dopo ogni sconfitta deve sacrificare qualcuno.
Non mi si può chiedere questo, non sarei Danilo lervolino. Mi chiamano Schettino, dicono che ho abbandonato in squadra. Solo perché non parto da mesi affinché i manager che pago possano assumersi le loro responsabilità in autonomia? É davvero questo il prezzo da pagare per non essere mai stato un tiranno?
La squadra ha mollato troppe volte. Sono delussimo e ora mi aspetto che prevalga l’orgoglio. Forse ho sbagliato a dare troppa fiducia.
«Sousa mi aveva promesso un campionato importante, poi ha cominciato a sparare a zero sulla società, voleva andarsene.
Le scelte estive sono tutte di De Sanctis. Ci avevano anche proposto Soulé e Isco, non li ha voluti. Si immagini, in risposta a chi parla di una campagna acquisti a rispario, che solo Dia e Pirola sono costati più che due intere squadre concorrenti. Poi Sabatini a gennaio ha avuto carta bianca, spendendo oltre 6 milioni: è il miglior ds d'italia, ma sa che una parte di questi risultati è imputabile a lui e si è già scusato. Su Inzaghi ho puntato, Sabatini ha voluto mandarlo via. Ora diamo tempo a Liverani.
Nel calcio se fai da solo sei un tiranno arrogante, se deleghi fai la figura dell'ingenuo. Forse dovrei ascoltare di più il mio istinto. Alla salvezza ci credo ancora anche se bisogna essere realisti e prepararsi eventualmente ad affrontare la Serie B. Nel caso, ci rimboccheremo le maniche per ripartire e risalire velocemente.
Ho letto gli striscioni contro di me. Umanamente sono affranto. Ma dire che non andrò più allo stadio è un'illazione stupida e disgustosa. Contro il Lecce sarò al mio posto. Quando si scrive "lervolino vattene" ci si dimentica che non sono un politico al quale si può sottrare la fiducia. Sono il proprietario. La Salernitana è dei tifosi con il cuore, certamente, ma si tratta di una società privata. Se qualcosa si fosse incrinato e mancasse la fiducia che penso di meritare, è chiaro che trarrei delle conclusioni.
Tutte le aziende sono sempre trasfenibili. Se il calore della piazza è ancora genuino, avrò linfa vitale. Ma non farò un progetto senza l'amore della tifoseria.
Ho salvato la Salernitana mentre rischinva di essere cancellata dal camposanto, qualcuno lo dimentica. Sono l'unico presidente del club ad aver fatto tre anni di Serie A, quello che ha managerizzato la società, che fa attività sociali, che ha investito di più nei centro sportivo e nel vivaio e che ha messo più soldi. La tifoseria è fantastica, ma esiste una sacca, anche se piccola, di odiatori, gufi e bugiardi che mirano a destabilizzare l'ambiente».