
Quattro vite spezzate lungo il binario del non ritorno che da Piacenza a Salerno condusse
Ciro Alfieri, Vincenzo Lioi, Giuseppe Diodato e
Simone Vitale a giungere a casa senza più l'anima e con il corpo travolto dalle fiamme di un treno vagone tramutatosi in un rogo infernale. Era il giorno dopo il pareggio beffa di
Piacenza nell'ultima giornata del campionato 1998-1999 disputatasi in un caldo pomeriggio primaverile in cui non bastò il calcio di rigore siglato da
Salvatore Fresi per poter alimentare le speranze di una vittoria che voleva dire permanenza in massima serie. Prima ci pensò
Fiori in versione Batman su punizione magistrale del "professore"
Bernardini. Poi fu la volta del direttore di gara
Bettin, l'unico a non vedere, come Omero, i due calci di rigore su
Giacomo Tedesco e
Di Michele: al triplice fischio finale la gazzarra in campo mista alla rabbia e desolazione sul treno giunto a Salerno in fiamme dopo aver attraversato, grazie alla tenacia del macchinista, la galleria che separa
Nocera Inferiore dalla città capoluogo. Quattro anime volate in cielo prematuramente forse per un gioco pericoloso, forse per altro, chissà: resta il dolore di famiglie costrette a sopravvivere nel ricordo di quattro giovani anime, nella speranza che tale lancinante sentimento non venga più da altri provato. Salerno come 20 anni fa si risveglia ed ancora s'interroga sul perchè di una tragedia tanto brutta quanto evitabile conscia che, da allora, mai più un 24 Maggio dovrà essere come prima...