Per un tifoso della Salernitana, la prima settimana del mese di Maggio ha sempre un sapore diverso dalle altre 51 settimane dell'anno.

Questo perché la mente corre inevitabilmente a quello che accadde 22 anni fa, nel 1998. A maggior ragione in questo 2020, quando vi è anche la coincidenza dei giorni. Il 3 Maggio è capitato di domenica proprio come domenica 3 Maggio 1998, quando la Salernitana di Delio Rossi impattò 1-1 a Genova contro il Genoa (reti di Di Vaio per la Bersagliera e di Kallon per il grifone).

Al fischio finale dell'arbitro di quella partita, il signor Bolognino della sezione di Milano, sia i tifosi presenti al "Ferraris" di Genova che quelli rimasti a Salerno, pregustavano quella che sarebbe stata l'atmosfera della domenica successiva, 10 maggio. Sarebbe bastato un pari all'Arechi contro il Venezia per celebrare la matematica promozione in Serie A e dare il là alla festa nell'impianto di via Allende, che si sarebbe presto trasferita lungo tutte le strade di Salerno.

Il 10 maggio 1998 avvenne quasi come pronosticato. I granata pareggiarono 0-0 col Venezia e tornarono in A dopo mezzo secolo d'assenza, l'Arechi gremito di gente diede il giusto tripudio ai propri beniamini, ma le strade di Salerno...rimasero in silenzio. Giustamente e doverosamente in silenzio.

Questo perché tra il 5 e il 6 maggio 1998, dopo giorni di eccezionali precipitazioni, movimenti franosi provenienti dal monte Pizzo d'Alvano, travolse gli abitati di Sarno (soprattutto le frazioni di Episcopio e di Casamanzi e l'ospedale di Villa Malta), Siano, Bracigliano, Quindici e San Felice a Cancello, provocando purtroppo 160 morti.

Un'autentica calamità naturale occorsa a una trentina di chilometri da Salerno. Non si poteva, quindi, festeggiare quando vicino casa era ancora evidente il lutto e il dolore. La tifoseria della Salernitana dimostrò in quell'occasione tutta la maturità che la contraddistingue. E ancora oggi i sostenitori granata sono legatissimi alle zone colpite, con diverse iniziative.

Anche perché non dimenticare è un dovere, impegnarsi perché non accada più è un obbligo. Sarà pure retorica, ma non c'è frase più veritiera.