Salernitana: un’eredità da proteggere e una salvezza da conquistare
La Salernitana sta vivendo un momento di profonda difficoltà, occupando l’ultimo posto in Serie B, una posizione che pesa enormemente sui cuori dei tifosi granata. La città di Salerno, pur non essendo storicamente abituata alla Serie A, ha vissuto negli ultimi anni un'evoluzione calcistica che ha cambiato la mentalità della tifoseria, ormai proiettata verso un’idea di calcio da massima serie.
Nonostante una storia fatta di alti e bassi, con lunghi anni trascorsi tra Serie B e Lega Pro e due fallimenti alle spalle, la Salernitana ha calcato il palcoscenico della Serie A per cinque stagioni complessive nella sua storia. Di queste, tre sono state vissute consecutivamente sotto la gestione dell’attuale presidente Danilo Iervolino, a partire dal 2022 fino alla scorsa stagione con la retrocessione che è stata lo stesso dolorosa per tutto l'ambiente granata. Questo triennio ha rappresentato un momento storico per il club e per la città, consolidando un senso di appartenenza e una mentalità più ambiziosa. Oggi, vedere la squadra arrancare in Serie B fa ancora più male ai tifosi, perché negli ultimi anni si era consolidata l’idea di una Salernitana protagonista nel calcio che conta.
Serie A e Serie B: due ultimi posti, due realtà diverse
L’ultimo posto della Salernitana in Serie A la scorsa stagione aveva un sapore amaro, ma diverso. Affrontare squadre di caratura internazionale e combattere in un contesto così competitivo era, in qualche modo, motivo di orgoglio per una squadra che rappresentava una realtà come Salerno. Quest’anno, invece, la situazione è più complessa: essere fanalino di coda in Serie B, una categoria che storicamente appartiene alla tradizione granata, viene percepito come un duro colpo al percorso di crescita intrapreso negli ultimi anni.
La differenza sta tutta nella prospettiva: lottare per la salvezza in Serie A era già un successo, mentre in Serie B, dove il club ha sempre trovato il suo habitat naturale, un ultimo posto è difficile da accettare, soprattutto per una tifoseria che ormai pensa da massima serie.
La tifoseria granata: l’unione fa la forza
In questo momento cruciale, la tifoseria della Salernitana deve ritrovare la compattezza e la passione che l’hanno sempre contraddistinta. Lo stadio Arechi deve diventare il fulcro della rinascita: riempire gli spalti, sostenere la squadra in ogni partita casalinga e trasformare ogni gara interna in un vero fortino è l’unica strada per risalire la classifica. L’esempio della partita contro il Cagliari nella lotta salvezza in Serie A deve essere un punto di riferimento: allora, squadra e pubblico hanno dimostrato che con l’orgoglio e la determinazione si possono superare anche le sfide più difficili.
La missione salvezza: basta critiche, è il momento di agire
Le critiche alla società e alla gestione devono lasciare spazio all’azione e al sostegno. Questo non è il momento per puntare il dito: quello arriverà, eventualmente, a fine stagione, quando sarà possibile tirare le somme. Ora, però, la priorità assoluta deve essere una sola: salvare la Salernitana. La Serie B non è solo un campionato, ma un patrimonio per la città di Salerno e la sua provincia, e perderlo sarebbe un colpo troppo duro per una tifoseria che ha sofferto tanto ma che non ha mai smesso di lottare.
La Salernitana ha già dimostrato in passato di sapersi rialzare, anche nei momenti più bui. Questa salvezza deve essere il punto di ripartenza per tornare a guardare al futuro con fiducia. E come insegna la storia granata, quando squadra e tifosi si uniscono, nulla è impossibile.