La Salernitana batte 3-1 il Cosenza e riscrive la storia. Marino: “Stiamo crescendo, ma servono ancora punti”
Il cerchio granata si è stretto: 34 anni dopo lo spareggio di Pescara, la Salernitana ribalta la storia e spinge il Cosenza verso la Lega Pro

All’Arechi va in scena un pomeriggio destinato a entrare nella memoria del popolo granata. Un 3-1 netto, meritato, che vale molto più dei tre punti. Perché chi conosce la storia della Salernitana sa bene che questa vittoria ha il sapore della rivincita. Il 26 giugno 1991, nello spareggio salvezza di Pescara, una rete di Gigi Marulla condannò i granata alla Serie C. Oggi, dopo 34 anni, la storia si è capovolta: è la Salernitana a vincere e ad affondare un Cosenza ormai con un piede nella retrocessione.
La squadra di Pasquale Marino ha risposto con forza e concretezza, confermando i progressi già intravisti nelle ultime giornate. Tutte le reti sono arrivate nel secondo tempo, dopo una prima frazione bloccata e ricca di duelli. Al 50’, Corazza rompe l’equilibrio con freddezza. Al 64’ arriva il raddoppio del solito Ferrari, al secondo centro consecutivo dopo quello col Sudtirol. Al 78’, la terza rete, firmata da Tongya, chiude i conti. Zilli, all’82’, segna il gol della bandiera per il Cosenza, ma è troppo tardi: il cerchio granata si è stretto, e adesso il baratro è tutto per i rossoblù.
Pasquale Marino, nel post-partita, non si lascia trascinare dall’entusiasmo. Il tecnico siciliano tiene alta la guardia: “Ci sono miglioramenti evidenti, ma non bastano. I punti non sono sufficienti e la rincorsa è appena iniziata. Abbiamo affrontato una squadra che ha fatto bene di recente, e sapevamo che ci avrebbe pressato a tutto campo. Hanno giocato uomo su uomo, chiudendo tutti gli spazi. Siamo stati costretti ad andare in verticale, ma nel primo tempo le occasioni migliori le abbiamo avute noi. Non ricordo parate di Christensen”.
Poi aggiunge: “Nel secondo tempo siamo usciti bene, abbiamo palleggiato con ordine, creato più occasioni e segnato. L’unica nota negativa è il gol preso, ma va bene così. La partita è cambiata quando tutti abbiamo alzato il ritmo. È lì che si è vista la vera Salernitana”.
Decisivi gli ingressi dalla panchina: “Tello ha fatto quello che doveva, ma era ammonito e l’ho tolto per precauzione. Hrustic ha dato un contributo diverso, come Stojanovic, che ci ha dato strappi importanti. Simy era da coinvolgere, il calendario impone rotazioni. Tutti si allenano con intensità e chi gioca meno si fa trovare sempre pronto. In Serie B, oltre alla qualità, servono voglia e concentrazione. Questo gruppo sta dimostrando grande professionalità”.
Una nota anche per Alberto Cerri, ancora a digiuno: “Non è stato fortunato neanche oggi. Micai ha fatto una gran parata. La staffetta con Simy era prevista, Cerri è un giocatore strutturato che ha bisogno di tempo per essere al top. Sta lavorando bene e lo ritroveremo al massimo più avanti”.
Marino lancia anche un messaggio ai tifosi: “Come contro il Sudtirol, anche oggi il pubblico ci ha trascinato. Vogliono bene alla squadra e faremo di tutto per renderli orgogliosi. Ma dobbiamo continuare così, testa bassa e lavorare. I punti non bastano ancora, e ogni partita sarà una battaglia”.
Con questo successo, la Salernitana sale a 36 punti, al momento fuori dalla zona retrocessione. Ma per Marino, il cammino è solo a metà. La ferita del ’91 brucia ancora nei cuori granata, ma oggi, dopo 34 anni, la vendetta è servita.