Non è piaciuta la Salernitana. Timorosa, incapace di imbastire una manovra offensiva, soprattutto nella seconda frazioni, a tratti addirittura in balia del gioco avvolgente dello Spezia. Ma ha vinto. E questo basta a zittire almeno in parte polemiche e mugugni. Sia chiaro, non esiste una patente del tifoso. Chi ha storto il naso per la sofferenza patita contro una squadra in dieci uomini merita lo stesso rispetto di chi esultava in Curva. Perché allo stadio c'era, perchè ha patito, gioito, e sospirato un deciso hurrà nell'ammirare una classifica al momento decisamente interessante. Ecco, la prima certezza a cui la Salernitana deve aggrapparsi in questa prima fase di stagione è proprio questa. Una classifica d'alta quota, in linea con le ambizioni sbandierate ad inizio stagione, che le consente di guardare con fiducia alla ripresa del campionato. L'altra, di certezza, è data dal fatto che Colantuono ha dovuto fronteggiare numerosi inconvenienti, soprattutto di carattere fisico, che gli hanno impedito fin qui di mettere in campo tutti gli uomini al massimo della forma. I ritardi di condizione  di Djuric e Jallow, l'infortunio di Di Gennaro, lo stop prolungato dei vari Akpà, Schiavi e Perticone hanno portato la Salernitana a sentirsi con la coperta un po' corta. Ciò nonostante, si è lì, ad un tiro di schioppo dal sogno primo posto e con la consapevolezza, soprattutto, che "il meglio deve ancora venire". Fiducia, quindi, ma anche la speranza che a gennaio arrivi un cadeu al trainer di Anzio, che porti in dote quei gol necessari per non vivere di rimpianti a giugno. A cura di Armando Iannece