Breda ci mette la faccia: "Non mollo. Mille motivi per crederci ancora"
Così mister Breda in sala stampa post gara #SALPAL

Salernitana penultima, cresce il rischio retrocessione
La Salernitana cade in casa contro il Palermo per 1-2 e resta al penultimo posto in classifica con 30 punti in 31 giornate. Un risultato pesante, che complica ulteriormente la corsa salvezza e accende i riflettori su una squadra che continua a mostrare limiti strutturali e psicologici, specialmente nei primi tempi.
Nonostante la sconfitta, Roberto Breda si è presentato davanti ai microfoni senza sottrarsi alle proprie responsabilità. «Le colpe sono di tutti, mie e della squadra» ha dichiarato con franchezza, rifiutando però qualsiasi ipotesi di dimissioni: «Non sono abituato a scappare. La squadra ha difficoltà, ma c’è ancora tempo per lottare. Credo nella salvezza per mille motivi».
L’allenatore ha analizzato con lucidità l’andamento del match, evidenziando le falle di un primo tempo compromesso da errori tattici e approccio sbagliato: «Non siamo partiti male nei primi minuti, ma abbiamo fatto le cose a metà. Il primo gol può capitare, il secondo era evitabile. Dopo lo 0-2 siamo andati in tilt, ed è una cosa che sta succedendo troppo spesso. Abbiamo le qualità per recuperare una rete, ma non due. Peccato, perché ci tenevamo, anche per Celeste».
Nel secondo tempo, come accaduto in altre partite, la Salernitana ha mostrato una reazione d’orgoglio. «Vedo una squadra viva, che non molla. Anche oggi nel finale potevamo rimetterla in piedi. Purtroppo questo atteggiamento positivo arriva sempre troppo tardi. Il vero problema è la gestione dei momenti delicati, soprattutto nella prima frazione».
Breda ha poi difeso alcune sue scelte, tra cui quella di schierare Raimondo titolare al posto di Verde: «Il primo tempo non è dipeso da Raimondo. Quando non gioca mi chiedete perché non lo schiero, quando lo schiero chiedete perché non ha giocato Verde. A questi livelli serve equilibrio».
Sulla preparazione tattica ha aggiunto: «L’idea era attaccare la profondità nel primo tempo e gli spazi nel secondo. Non ci siamo riusciti, siamo stati in ritardo nelle chiusure e questo ci è costato. Sapevamo cosa fare, ma ci è sfuggito di mano».
Sull’atteggiamento della squadra ha ammesso: «Avevamo tanto da perdere e l’abbiamo sentito. La disperazione si vede nei secondi tempi, ma dobbiamo mostrarla dall’inizio. Se avessimo segnato prima, forse sarebbe finita diversamente».
Infine, un passaggio sul confronto post partita: «Non ho visto nessuno della società. Il dialogo c’è stato solo tra me e i calciatori. La squadra voleva fare qualcosa in più per la tifoseria, per la classifica, per Celeste. Ma andare al riposo sotto di due gol ha segnato la gara».
Sette giornate alla fine, una classifica che fa paura e il rischio concreto di sprofondare in Lega Pro. Ma Breda, almeno per ora, non alza bandiera bianca. «Ci credo ancora. Da quando sono arrivato la situazione non è peggiorata, anzi abbiamo dimostrato di saper reagire. Ora dobbiamo provarci fino all’ultimo respiro. La società valuterà il mio operato, ma io non mollo».