L'analisi tattica di Davide Nicola: perchè è l'uomo giusto per la salvezza
Costruzione diretta e consolidamento difensivo come armi per centrare il miracolo
Walter Sabatini suona un altro squillo di tromba per imporre la carica verso il miracolo salvezza della salernitana nella massima divisione; e anche stavolta, è uno squillo fragoroso: via Colantuono, il DS ha deciso di affidare le chiavi della squadra ad un tecnico specialista nelle salvezze: Davide Nicola. Analizziamo le caratteristiche tattiche del mister piemontese e perchè è proprio lui l'uomo adatto per questa missione delicata.
Nicola predilige un calcio fatto di verticalizzazioni veloci e pericolose, con lo scopo di arrivare alla porta avversaria con poco palleggio e possesso palla e quindi, con passaggi rapidi. Non è assolutamente un allentatore integralista: infatti, nel corso della sua carriera, ha utilizzato diversi moduli: dal 4-4-2 utilizzato a Crotone, subentrando a stagione in corso conducendo i pitagorici ad un'insperata quanto incredibile salvezza all'utlima giornata. Nelle esperienze a Torino e Genova invece (sponda rossoblu), ha utilizzato il 3-5-2, considerato come modello ufficiale del trainer. Nonostante ciò, Nicola sa adattare le sue idee tattiche all'organico a disposizione; quindi è molto probabile che, sopratutto nelle prime gare, vedremo una Salernitana schierata come un 4-2-3-1 o anche 4-3-2-1.
Per capire perchè Davide Nicola è l'uomo adatto ai miracoli salvezza, basti pensare al suo arrivo al Genoa nella stagione 2019/2020. Arrivato a stagione in corso per sostituire Thiago Motta, Nicola inizia un lavoro sia psicologico che tattico per smuovere i grifoni dall'ultimo posto in classifica. Quindi, promuovere un consolidamento difensivo e prediligendo una fase di transizione offensiva caratterizzata di passaggi rapidi e contropiede, con i centrocampisti abili ad inserirsi. I punti focali del mister sono, oltre una solida stabilità difensiva, uno spirito di sacrificio sopratutto dei suoi centrocampisti, i quali devono essere propensi e duttili a saper riempire l'area di rigore avversaria in fase di possesso, mentre devono saper ripegare velocemente nella propria area di rigore in fase di non possesso. Questa fluidità tattica permette alla squadra di rendere alquanto inefficaci i cross avversari in area, vista la grande presenza fisica dei propri giocatori a protezione; d'altra parte, vi é una buona proiezione offensiva dei quinti, quindi gli esterni o anche i terzini (se dovesse optare per il 4-4-2), i quali possono anche effettuare cross bassi e tagliati verso il primo palo della porta avversaria, visto il rapido inserimento delle mezzeali e trequartisti. Kastanos e M. Coulibaly sono giocatori adatti per gli inserimenti senza palla e ottima capacità di finalizzazione. In particolare, sarà interessante vedere se Nicola, optando per un 3-4-1-2, utilizzerà Perotti nello stesso ruolo di Sanabria al Genoa come trequartista centrale: una volta che la palla supera la linea di centrocampo, Perotti dovrà abbassarsi velocemente per ricevere il pallone, mentre i trequartisti esterni e mezzeali devono salire velocemente per diventare i punti di riferimento offensivo. La finalizzazione dell'azione porta in area ben 4 uomini, ovvero Perotti stesso nel movimento senza palla, oltre i vari Verdi, Bonazzoli, Kastanos o anche Ribery, i quali hanno avuto tempo di portare palla in area avversaria. D'altra parte invece, la difesa a 3 è idonea per Fazio (ha giocato cosi nella Roma di Di Francesco), probabilmente affiancato da Dragusin e Gyomber o Gagliolo.
Per analizzare perchè le squadre di Davide Nicola sono caratterizzate da un'ottima solidità difensiva e da una minore propensione a rischiare, dobbiamo dare un'occhiata alle sue esperienze a Torino e Crotone. In entrambi i casi, le squadre mostrano un enorme spirito di sacrificio, portando, in fase di transizione difensiva, a ripiegare tutti e 10 giocatori di movimento, portando ad una linea di difesa a 5 (nel caso del 3-5-2); quindi il centrocamista di quantità, come L. Coulibaly, scala sulla linea come terzo di difesa, con il fine di recuperare il possesso e lasciando il vero terzino oppure quinto di centrocampo libero di andare a fare densità in area. Tutto ciò lasciando una sola punta in smarcamento preventivo, magari proprio Mikeal o Bonazzoli, abili a sfruttare gli spazi quindi iniziare l'azione di contropiede. La fase di sviluppo dell'azione, anche una volta riconquistata palla e dando vita alla transizione offensiva, non prevede mai una costruzione dal basso, quindi lasciando i difensori a minori rischi di perdere palla durante il pressing avversario e quindi favorire la controffensiva. Il mister opta piuttosto per un rinvio lungo anche da parte del portiere, favorendo un recupero della palla a centrocampo grazie alla fisicità dei centrocapisti centrali, come i due Coulibaly. In seguito, i movimenti di attaccare la porta avversaria sono da ricercare nell'allargamento palla a piede dei trequartisti, come Verdi e Perotti, favorendo cosi l'inserimento dei centrali come Kastanos e M. Coulibaly.