Parlare di Salernitana-Padova è un po'  come tornare indietro nel tempo. Alla "prima" della Bersagliera in serie B dopo oltre 23 anni di attesa, all'inaugurazione, seppur non ufficiale, dello stadio Arechi,  ma soprattutto ad  un tripudio di passione e tifo con oltre 25 mila spettatori presenti sugli spalti a sostenere Pasa e compagni. Un ricordo indelebile anche per Claudio Lombardo, attuale allenatore, in passato roccioso difensore a disposizione del compianto Ansaloni:"Era l'apertura dello stadio Arechi ma senza le curve ritenute ancora non agibili. Sia il settore Distinti che la Tribuna erano strapieni. C'erano trentamila persone. Quando giochi a calcio vivi sempre delle emozioni,  ma dinanzi ad un pubblico così  ampio la tensione aumenta perché  vuoi dimostrare di essere all'altezza. Al riguardo, Salerno è una città che ti regala tantissimo potendo contare su  un pubblico molto numeroso.  E probabilmente negli anni 90 lo era ancora di più". Così a SalernoGranata.it. C'è un pizzico di rammarico per come terminò quella stagione? "Certamente, disputammo un buon girone di andata ma perdemmo lo spareggio contro il Cosenza per un gol di Marulla realizzato nei supplementari. Fu davvero un peccato, non bastò chiudere la stagione regolare con ben 36 punti per salvarsi. E pensare che nessuno si aspettava che con quel punteggio si potesse addirittura spareggiare. Fu una retrocessione pesante che ci  costrinse a ripartire dalla serie. E' come se ti crollasse il mondo addosso." La retrocessione avvenne anche per la mancanza di un bomber "vero" in squadra? "Non si può dire questo. Ricordo che in quella stagione fecero molti  gol sia Pasa che Ceramicola. Probabilmente peccammo un pò in attacco ma quando qualcosa non funziona le cause sono sempre tante. E risulta anche difficile individuarle." A distanza di tanti anni, il calcio attuale è migliorato o peggiorato da un punto di vista qualitativo? "Si potrebbe discutere all'infinito su questo argomento. Sono convinto che ci siano ancora ottimi giocatori. Probabilmente il calcio attuale è maggiormente improntato su un aspetto fisico e di velocità, e questo tende a penalizzare la qualità.  Si gioca in maniera più rapida, con più forza e foga agonistica con conseguente difficoltà per  i calciatori di poter esprimere il proprio estro. In pratica, c'è  una maggiore pressione su di loro." A cura di Armando Iannece Foto fonte: Salernonotizie.it